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18 giugno: una data che a molti dice qualcosa, ma ai Bersaglieri dice tutto. Per essi รจ la data per eccellenza, scolpita a caratteri indelebili nella memoria e nel cuore. E’ il giorno della Fondazione del Corpo dei Fanti piumati e dellโ€™inizio della loro gloriosa cavalcata di circa due secoli nella Storia dโ€™Italia. Il 18 giugno 1836, il giovane Capitano dei Granatieri dellโ€™Armata Sarda, Alessandro Lamarmora, strinse in pugno, portandoselo al petto, il Regio Brevetto di costituzione del Corpo dei Bersaglieri come da Lui configurato nella celebre “Proposizione, al Re Carlo Alberto. Il 21 giugno ne divenne, con regio provvedimento, “il Maggiore Comandante”.Per Alessandro Lamarmora quel giorno rappresentรฒ lโ€™attuazione di un progetto perseguito da tempo con ferrea tenacia, pur tra innumerevoli difficoltร . Fu soprattutto la realizzazione di un sogno che non immaginava potesse diventare il primo tassello di unโ€™epopea che avrebbe segnato tutto il Risorgimento e tutte le grandi sfide dellโ€™Italia dall’800 ai nostri giorni . Lamarmora aveva dato vita ad una nuova macchina da guerra unโ€™invenzione che innovava radicalmente il modo di combattere ancora a quel tempo fermo agli schemi settecenteschi di armate statiche e lente, adattate allo scontro frontale. Il nuovo soldato di Lamarmora รจ forte, veloce, preciso nel tiro, capace di inventiva, dotato di energia e di tempra morale, capace di far fronte allโ€™imprevisto, essere lui stesso l’ imprevisto non credendo mai allโ€™impossibile e non temendo la morte.Una figura totalmente nuova che Lamarmora aveva costruito studiando i soldati delle fanterie leggere europee, i Rifleman inglesi, gli Jager tedeschi e gli Schutzen austriaci. Unโ€™autentica rivoluzione, una vera sorpresa anche per il Re Carlo Alberto favorevolmente impressionato dalla “proposizione” del Capitano e dalla presentazione del primo Bersagliere con la nuova divisa e il cappello piumato sulle ventitrรจ, diventato poi leggendario. Lo stesso cappello Alessandro Lamarmora indossava a Goito nel 1848, nel famoso Battesimo del fuoco, dove i Fanti piumati dimostrarono le eccezionali qualitร  di soldati e di uomini, alle quali il loro comandante chiamato โ€œPapร  Sandrin”, li aveva duramente addestrati ed educati, nella celebre Caserma Ceppi di Torino. Fu quella unโ€™altra data segnata in rilievo nella memoria dei Bersaglieri. Una giornata da eroi, con il comandante gravemente ferito, i primi morti, la prima medaglia dโ€™oro e una folgorante vittoria al Ponte della gloria. Fu allora che Lamarmora comprese che il 18 giugno di dodici anni prima aveva realmente dato vita ad un formidabile strumento bellico che avrebbe potuto dare un determinante contributo alle grandi battaglie per la libertร  e lโ€™indipendenza dellโ€™Italia nascente. Orgoglioso dei suoi valorosi soldati piumati che aveva voluto paragonare ai โ€œVelites โ€ delle legioni romane capaci di fare la differenza sui campi di battaglia o anche agli archibugieri di Giovanni dalle Bande nere, il grande condottiero di ventura, Lamarmora aveva compreso che il valore alimenta se stesso e raddoppia le giร  sperimentate energie. Valoroso soldato, grande Comandante, eccelso motivatore di uomini, con il Suo profilo grifagno, deciso e inesorabile, Alessandro Lamarmora si staglia sullo sfondo della Leggenda Bersaglieresca che fa da contrappunto eroico della Storia italiana. Fede e onore, Patria e famiglia, coraggio, fiducia in se stessi fino alla presunzione, sfida irridente alla morte.Da quel 18 giugno 1836, pagina dopo pagina (Goito, Novara, Sebastopoli, Porta Pia, Adua, Bengasi e poi il Piave , i deserti infuocati dellโ€™Africa settentrionale e le steppe ghiacciate della Russia) si compone il libro dโ€™oro dei Fanti piumati. Da quel giorno, medaglie dopo medaglie, a segnare, il valore, il sacrificio supremo di eroi come Griffini, Pagliari, Enrico Toti, Caretto e Zamboni, uomini che Lamarmora ha reso invincibili sempre, in ogni circostanza, e non di meno nelle sconfitte .A loro trasmise,con il celebre Decalogo, gli stessi principi che resero immortali gli spartani alle Termopili che, solo in 300, affrontarono lo sterminato esercito persiano, per salvare la Patria. Il 18 giugno Lamarmora consegnรฒ ai suoi Bersaglieri, presenti e futuri, un destino inimmaginabile che noi oggi ,186ยฐ anniversario, celebriamo con l’orgoglio di essere una piccola parte di quella grande Storia cremisi nella quale ci facciamo idealmente trasportare accompagnati dalle strepitose note delle nostre inimitabili fanfare.

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di Camillo Tondi