Il giovane bersagliere del 54  

Alla fine della seconda guerra mondiale, a seguito degli accordi di pace di Parigi, gran parte del territorio della Venezia Giulia con Gorizia e Monfalcone vennero affidate all’Italia mentre l’Istria e la rimanente parte della regione Giulia, assegnate alla Jugoslavia di Tito.

Trieste si trovò sotto l’egida dell’ONU, dove fu istituita l’Allied Military Government-Free Territory of Triest (Territorio Libero di Trieste) con un governo militare alleato. Nel 1953, a seguito di manifestazioni e disordini, inneggianti l’annessione di Trieste all’Italia., la protesta degenerò nel sangue per mano inglese.

Questi episodi indussero gli alleati a risolvere la questione tanto che, nell’Ottobre del 54 a Londra, gli Stati Uniti, l’Italia e il regno Unito, con a latere la Jugoslavia, sottoscrivevano un Protocollo d’intesa secondo cui il Territorio Libero di Trieste veniva diviso  in due zone, assegnate all’Italia, con la città di Trieste e  alla Jugoslavia.

Il 26 Ottobre del 1954 le truppe italiane entrano finalmente a Trieste e tra gli ottantuno Bersaglieri che portarono il tricolore in città c’era il tropeano Francesco Russo, unico calabrese della spedizione.

Francesco, Ciccio come si vuol far chiamare, entra a Trieste fiero per quello che sta facendo, onorato oggi, come ieri, di aver ridato Trieste all’Italia e l’Italia ai triestini.

Ciccio Russo, oggi ottantaseienne, non corre più ma partecipa ai raduni nazionali dei bersaglieri ed alle manifestazioni organizzate dalla sezione triestina “Enrico Toti” di cui con immenso orgoglio fa parte.

Si gode la meritata pensione, la bella famiglia, i figli ed i nipoti, mostrando con soddisfazione gli attestati di riconoscimento e le foto con personalità istituzionali.

Quest’anno ha già programmato di andare a Trieste in occasione del centenario per la vittoria per rinnovare il piacevole ricordo di quando, con molta emozione e immensa gioia i triestini accolsero i bersaglieri gridando:

Viva l’Italia!

Viva Trieste Italiana!

Viva i Bersaglieri!