103° anniversario dei cruenti combattimenti di Passo Sesis

 I Bersaglieri del FVG sul Peralba per onorare i Caduti dell’8° Reggimento Bersaglieri.

 

Nell’ambito delle celebrazioni del Centenario della Grande Guerra, domenica 10 giugno, i Bersaglieri del Friuli Venezia Giulia si sono recati presso la neo friulana Sappada per un tributo a tutti i caduti della 1^ Guerra Mondiale con due suggestive e commoventi cerimonie presso le Sorgenti del Piave, ai piedi del M. Peralba e, successivamente, con una nutrita rappresentanza di Fanti Piumati, scalare la stessa montagna ( circa 2700 m.) fino al “Sasso del Bersagliere”, sul passo Sesis, per un doveroso omaggio ai bersaglieri dell’8° Reggimento  che in quel luogo combatterono da eroi e si immolarono come presso altre vette del Cadore, tra cui le tre cime di Lavaredo.

Due bus e numerose auto private hanno trasportato la folta compagine cremisi, proveniente dalle aree di Pordenone, Udine e Gorizia, che si è adunata presso il Borgo Cima Sappada dove è stata accolta con calore ed ammirazione dalla gente del posto, un particolare ringraziamento va rivolto alla Pro-Loco, al Cai, al gruppo Alpini ed ai volontari di Sappada che hanno sposato e condiviso l’iniziativa dei Bersaglieri assicurando loro ogni tipo di sostegno e guida in tutte le attività sia esse di pianura che di montagna.

Una lunga autocolonna di automezzi sappadini ha trasportato i circa 120 bersaglieri alle Sorgenti del Piave dove ha avuto luogo la cerimonia  dell’alzabandiera seguita da una descrizione storica del luogo, poi gli onori ai Caduti e la lettura della preghiera del bersagliere, il tutto al suono dei tradizionali  inni di rito che la maestosità del posto rendeva ancor più suggestivi e commoventi.

Quindi, scortati dal Paola Piller, presidente del Cai di Sappada la fatica, compensata dalla gioia d’aver portato a termine l’impresa, per raggiungere il Sasso del Bersagliere, presso il Passo Sesis, per rendere omaggio ai Caduti Bersaglieri che lì, il 10 giugno del 1915, si immolarono per contrastare il nemico lassù.

Un’emozione indescrivibile deporre la corona presso quel masso che riporta il nome di uno dei tanti eroi caduti, Dante Ghezzi,  suonare il silenzio con la tromba di Antonio, recitare la preghiera del bersagliere con Alessandro ed accendere tutti un tricolore così alto; un’emozione essere lì proprio in quella stessa giornata, un’emozione ed un orgoglio essere stati il primo gruppo di bersaglieri a rendere il doveroso tributo ai caduti di Passo Sesis.

L’amicizia nata con i nostri ospiti sappadini è continuata con alcune illustrazioni storiche della città e, dopo il convivio comunitario, la visita ad alcune delle borgate più antiche di Sappada, non a caso  riconosciuta tra i ” Borghi più belli e fioriti d’Italia”.

Un grazie di cuore a tutti i Presidenti provinciali e di Sezione che hanno creduto in questa nobile iniziativa, ai  Consiglieri che non fanno mai mancare il loro sostegno, a tutti i bersaglieri, simpatizzanti, amici e familiari che con la loro abnegazione costruiscono sempre  una squadra vincente.

NOTE STORICHE

GIUGNO – PASSO SESIS SUL MONTE PERALBA

 

Allo scoppio delle ostilità la Val Sesis con le sue cime di confine era percorsa da pattuglie di ambo gli schieramenti senza che fossero predisposti dei presidi stabili.

Il 4 giugno del 1915 gli alpini del Battaglione Dronero occupano dopo breve combattimento il Passo Sesis: viene presidiato anche l’accesso al Monte Peralba per impedirne la risalita al nemico attestato a breve distanza sul Passo dell’Oregone.

Il 10 giugno gli alpini ricevono il cambio dai bersaglieri dell’8° Reggimento, che non abituati all’ambiente montano cercano di adattarsi.

Gli austriaci, sentendosi minacciati dalle postazioni dominanti degli italiani, passano al contrattacco: la notte dell’11 giugno i volontari dei Gebirgsschützen carinziani guidati dal caporale Fellner e dall’appuntato Lipoth partono alla volta del passo dividendosi in due pattuglie.

Alle prime luci dell’alba la pattuglia guidata dal Lipoth attacca frontalmente l’avamposto sulla spalla del Peralba, ma viene respinta; nel frattempo il Fellner con i suoi si arrampica su una torre sovrastante le postazioni italiane.

Il Fellner, non avendo la visuale sperata, si fa calare mediante una corda nel vuoto sopra le postazioni italiane e le bersaglia con il lancio di bombe a mano.

I bersaglieri dell’avamposto, fatti segno dal tiro incrociato delle due pattuglie, non hanno scampo e vengono abbattuti; gli altri occupanti del passo, essendo in posizione scoperta, la devono abbandonare ritirandosi in Val Sesis.

Durante i combattimenti   si verificarono episodi di crudeltà inaudita all’infuori delle regole e convenzioni internazionali: i Bersaglieri fatti prigionieri vennero lanciati vivi dalle alte rupi dai soldati austro ungarici.

La sera13 giugno, al comando del sergente Palatini, 19 Volontari Cadorini uniti ai Bersaglieri partirono per il Passo dei Cacciatori 2213 m, per dar man forte ai Bersaglieri che presidiavano Passo Sèsis  e ricacciare il nemico.

Una sola lapide, posta sul “Sasso del Bersagliere”, ricorda il cruento combattimento.