Milano, 3 Novembre 2025.
A Palazzo Cusani, presso la sede dell’Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d’Italia, è stata svolta
dal Gen. B. ( ris.) Paolo Stendardo nel 107° anniversario la rievocazione, trasmessa anche in
videoconferenza, dello sbarco a Trieste dei bersaglieri della II Brigata (7° – 11° Reggimento) del 3
novembre 1918, basata sul proprio libro: “Le Piume, la Corsa, il Tricolore” pubblicato per il
Centenario della fine della Grande Guerra.
Era l’alba del 3 novembre 1918. Tempo di guerra. I plenipotenziari italiani ed austriaci a Villa
Giusti presso Padova stavano per giungere ad un accordo per la sospensione delle ostilità ma che
sarebbe entrato in vigore solo il giorno successivo. Dopo l’allontanamento delle autorità austriache
il 30 ottobre Trieste si trovava nel caos in preda a torme di sbandati e prigionieri di guerra russi che
si davano al saccheggio, mentre reparti ex austroungarici di altre etnie erano pronti a scendere dalle
alture per prenderne possesso. Occorreva far qualcosa e fare presto. Convogli navali allestiti in
grande segretezza partirono da Venezia navigando in un mare infestato di mine per portare soccorso
al Capoluogo giuliano. E portare il Tricolore. Per i bersaglieri del 7° – 11° Reggimento ed i triestini
quello fu il giorno più lungo.
Nei giorni seguenti altri soldati e marinai sarebbero sbarcate in Istria, nel Quarnero e in Dalmazia,
tra le località principali Pola, Fiume, Zara e Sebenico, quest’ultima poi non concessa all’Italia dal
Trattato di Rapallo. Con il Trattato di pace del 1947, vero e proprio Diktat delle nazioni vincitrici,
tutti questi territori sarebbero stati perduti tranne Trieste, riassegnata all’Italia nel 1954 dopo nove
anni di occupazione anglo-americana. Ed ancora una volta i bersaglieri, stavolta dell’8°
Reggimento, sarebbero giunti per dire: “La Patria è qui”.
Eventi chiave della storia d’Italia, che anche nell’ambito degli interventi culturali-promozionali
dell’A.N.B. previsti presso le scuole, non possono non venire raccontati.
